Ho acquistato il Classic Integrated Amplifier quasi a scatola chiusa per due ragioni principali: primo, l’aspetto piacevolmente retrò dell’apparecchio, così vicino allo stile dell’età dell’oro dell’Hi-Fi, molto caro a quelli come me non più giovanissimi. Secondo, e soprattutto, per la filosofia del progetto, della quale sono venuto a conoscenza durante la gestazione dell’amplificatore. Cosa cercava di fare Marco Manunta? Uno strumento sobrio, elegante, dal suono esteso e potente, senza concessioni a “sproloqui” estetici e tecnici, tali da elevarne il prezzo oltre il giusto, come troppo spesso accade. Un apparecchio essenzale, insomma, come certi capolavori della liuteria, capaci di fare al meglio quel che devono, cioè ben suonare.
E così è stato.
Sin dai primi ascolti,.
Un suono piacevole, esteso in profondità e ampiezza, presente, limpido e delicato in alto, potente e preciso in basso, con un medio perfettamente collocato in mezzo a completare l’intera gamma. E, nel mio caso, col non semplicissimo compito di “sfamare” due ATC SCM50, non proprio generose in sensibilità.
In sintesi, un “piccolo” gioiello capace di farti “sentire dentro” la musica, senza mai dare la sensazione di un ascolto distaccato dai diffusori, senza mai farne percepire la presenza. Come essere avvolti da un mantello sonoro ricco, variopinto e brillante. E tutto questo, e altro ci sarebbe da dire, ad un prezzo davvero accessibile a tutti.
Complimenti Marco, obiettivo raggiunto!.